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ACCENDERE CANDELE PER ACCENDERE CUORI
Ti svegli. Il sole sta già inviando raggi splendenti sulla tua giornata, ma tu proprio non ce la fai ad alzarti. È per via del peso che ti porti addosso da quella mattina di qualche settimana fa, quando una grandinata di parole si è abbattuta sulla tua persona.
Oggi andrai ad ascoltare altre parole che, sai, potranno ferirti a morte. Non riesci a muoverti dal letto. Speri che succeda qualcosa, sei aperta a tutto, persino ad un’invasione di extraterrestri che potrebbe modificare la giornata che ti aspetta.
Si accende la radiosveglia, sono quindi le 8. La musica classica dipana per un attimo il groviglio imbizzarrito dei tuoi pensieri e poco dopo sono alcuni versi di Rumi a raggiungerti, grazie ad una voce che recita: “Vi è una candela nel tuo cuore, pronta per essere accesa. C’è un vuoto nella tua anima, pronto per essere riempito. Lo senti, non è vero?… Quello che fa male, ti benedice. L’oscurità è la tua candela… Non allontanarti… È lì che entra la luce dentro di te…Continua a rompere il tuo cuore, fin quando non si aprirà”.
Un’immagine balza in primo piano sul palcoscenico del tuo caos mentale: “La candela nel tuo cuore, pronta per essere accesa”. «La candela - ripeti dentro di te - come ho fatto a non pensarci prima?»
Stavolta ti alzi e vai in cucina per accendere un cero rosso che ti hanno regalato a Natale e che dovrebbe durare tre giorni.
È un’usanza nordica che ti è stata tramandata, quella della candela (dal latino “candere”, essere bianco, splendere); la si accende in casa al sorgere di un giorno che sarà difficile e la si tiene accesa a sostegno di chi affronta la battaglia fino al suo ritorno, o comunque per tutta la durata della prova.
Sarà così anche per te, oggi, che mentre sarai fuori potrai collegarti a quella luce che, fra le pareti della tua tana, brillerà per sostenerti.
Quando sarai terrorizzata, la sua fiamma ondeggerà senza mai spegnersi. Quel fuoco acceso ti sosterrà con la sua Presenza, e tu non ti sentirai mai sola.
Io, questa sensazione, l’ho sperimentata qualche settimana fa quando sono partita in macchina per un viaggio che abbondava, oltre che di chilometri, di incognite.
In quell’occasione il mio amico Agostino ha acceso una candela per me e io ho provato sulla mia pelle la meravigliosa sensazione di sostegno e protezione di cui mi parli. È un dolcissimo, profondo sentire, una Presenza reale che ti accompagna.
È per questo che anch’io, da qualche tempo, brucio lumini per sostenere chi si trova in difficoltà; l’amore emanato dalla cera che si consuma per illuminare la strada altrui, arriva dritto al cuore. Lo so. Lo sento.
Un cuore acceso, poi, ne accende un altro, e un altro ancora.
Con un piccolo gesto luminoso si possono incendiare migliaia di cuori. Facciamolo!
Trasformiamo le nostre oscurità interiori in fonti di luce e diamo fuoco allo stoppino di una candela perché ogni giorno, diceva Madre Teresa, è prezioso per accendere una fiaccola nell’ora buia di qualcuno.
#15gennaio2022
#GiornaleDiBrescia
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