LA MORTE CI DENUDA, TUTTI
Poi quel giorno arriva, per chi nemmeno conosciamo, per chi ci è molto vicino, infine per noi. Non siamo forse qui per questo? Per accettare che la vita continua e che quella che chiamiamo morte è in realtà una rinascita?
Questo è il momento di credere, di fidarsi e di affidarsi. Il Grande Regista, “l’Amor che move il sole e l'altre stelle” ci sussurra: «Non aver paura, figlio mio, non sei solo, apri il tuo cuore, stai solo tornando a casa».
Io, queste parole, non avrei mai voluto scriverle, ma due settimane fa una donna meravigliosa ha spiccato il volo e il sipario è calato sui nostri occhi fisici impedendoci di vederla e lasciandoci sospesi nel vuoto di uno spazio vacuo, in balia di un polverone emozionale che contiene non solo il lascito di colei che è partita, ma anche chi veramente siamo; perché la morte ci denuda, tutti.
Zia Marisa (Messa) ha seminato fra Brescia e Vigevano i punti cardine del suo esistere:
rendere piacevole la vita a chi ci circonda,
dire sempre la verità,
battersi per la giustizia,
lavorare su di sé per correggersi,
essere accoglienti pacati e pazienti,
affrontare le difficoltà senza scoraggiarsi
e, in primis, aver cura della propria anima.
Non è tutto; dopo averci mostrato con il suo esempio come si vive, quest’estate, con lucida consapevolezza, ci ha insegnato come si lascia andare il corpo godendo al contempo delle ultime gocce di esistenza e andando incontro alla morte non con paura, ma con curiosità.
Che meraviglia una donna che a 91 anni ha ancora tanti progetti e meravigliose amiche compagne di confidenze, passeggiate, avventure scout e interminabili chiacchierate!
Le sarebbe piaciuto passeggiare ancora un po’ su questa terra per veder crescere gli 8 nipoti, per i suoi magnifici 4 figli, per lo spuntare di nasturzi e passiflore, per la sua casa sempre aperta, per le tavolate familiari del sabato sera…,
ma era tempo di partire e l’ha fatto trascorrendo l’estate sul lago circondata dalla sua amorevole famiglia e dispensando gocce di saggezza condite con autoironia.
«Scusate i pistolotti - ci diceva 7 giorni prima del grande volo dandoci i suoi consigli per la vita - ma ante mortem è tutto concesso. Mi sembra di essere l’oracolo di Delfi, con il vento che soffia (il ventilatore)… ci vorrebbe una pietra alle spalle».
Poi è partita per tornare a Vigevano dove ha scelto di non avere più contatti con il mondo esterno, ritirarsi nel silenzio e preparare i bagagli dell’anima.
Mentre la bara esce dal Duomo accompagnata dal canto scout da lei scelto “insieme nel ben crediam”, rivedo la scena del sogno fatto da mia nipote un mese prima della sua morte, con mia madre (sua sorella) che le diceva, con incontenibile gioia:
«Marisa, mi senti? Qui si sta benissimo!Guarda che ti aspetto, 3-4 settimane e mi raggiungi, non vedo l’ora di rivederti - e, spiegandole la morte - Sentirai un brivido gelido in tutto il corpo, il mondo esterno si sgretolerà e poi sarà bellissimo».
Le foglie di questo autunno stanno cadendo: osservo ciò che fuori si sbriciola e ciò che dentro resta. Respiro il mio grazie per le persone preziose che ho avuto in dono, per quest’anima della quale aver cura, per ogni rintocco del mio cuore.
LINK RACCOLTA ARTICOLI 2020-2021
#30settembre2023
#GiornaleDiBrescia
LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI