L'AMORE DEL NATALE NON È UN BENE IN SALDO

Non penso sia per via del compleanno del Salvatore, quella data è una convenzione, nessuno sa quando è nato Gesù, ma sta di fatto che tutti, credenti e non credenti, in questi giorni si sentono in festa e preparano l’albero, accendono le lucine, pensano ai regali e ai pranzi.

Cosa c’entra tutto questo con il bimbo deposto nella mangiatoia? I “Buon Natale e Buone feste” che si sprecano e che riceviamo persino da coloro che non sentiamo mai, cosa ci vogliono dire?

Io penso si tratti di fame. Fame d’Amore.

Sì perché a Betlemme, con il Nazareno, è nato l’Amore, la rivoluzione dell’Amore, il significato e l’unico scopo della nostra vita!

I simboli di questi giorni lo rendono evidente: le luci sono un rimando alla Sua luce, i regali ci mostrano il dono d’Amore che arde già in ogni cuore, i nostri cari ci ricordano che non siamo soli, le pietanze ci raccontano di un Nutrimento che sazia in eterno.

Ma non succede solo a Natale, la buona notizia è che Gesù, anche quest’anno, ricorda al mondo intero che quel bimbo nasce ogni giorno dentro di noi per saziarci perché, diciamocelo, siamo tutti affamati d’Amore; lo elemosiniamo nelle relazioni affettive, dagli amici, dai parenti, persino dagli animali, come se ci fossimo scordati chi siamo e continuassimo a nuotare assetati in un lago di acqua cristallina alla ricerca di quel bicchiere che ci consentirà di bere.

In questo spasmodico rincorrere chimere affettive, prima o poi cozziamo contro il muro delle nostre illusioni, ci lecchiamo le ferite pensando di non valere granché e ci deprezziamo finendo poi per metterci in saldo; ricordiamocelo quando vedremo sulle vetrine il cartello “SALDI”: quelli siamo noi!

Sta di fatto che essendo l’Amore il nostro costituente, il desiderio di manifestarlo è innato e riuscendoci di rado nella quotidianità, ecco che almeno a Natale vogliamo esprimerlo diventando buoni e prodigandoci negli auguri; ma mentre i cellulari inviano canzoncine, le case si riempiono di alberelli colorati e le strade scintillano di addobbi, il nostro cuore tormentato da cotanto rumore continua a non trovare pace.

Fermiamoci. Accendiamo una candela e osserviamola, in silenzio.

C’è una vocina lieve, aleggia nell’aria, è ovunque, per udirla dobbiamo quietare il vortice dei pensieri e smetterla di correre. Ci sussurra: “Tu sei Amore, figlio mio! Scegli di onorare la tua Natura così che le tenebre e il gelo della morte non ti avvolgano rendendoti freddo e rigido con te stesso e con gli altri”.

Natale è un tempo prezioso per prenderci cura del “nostro Io smarrito”, come lo chiama Paola Brighenti, per rassicurarlo e dirgli: «Stai calmo, non avere paura, non sei solo. A dispetto delle tragedie messe in scena dall’umanità, l’Amore è ovunque».

Allora i nostri occhi si apriranno e, senza bisogno di parlare, risplenderemo di una nuova luce che si diffonderà attorno a noi inondando i cuori che incontreremo e allora sì che sarà davvero un “Buon Natale” perché, finalmente, saremo sazi. Sazi d’Amore.

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#19 dicembre 2020
#GiornaleDiBrescia

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