UN BRINDISI AL MANUALE DI ISTRUZIONI DELLA VITA

«Mi piace tantissimo questa foto scattata per caso» mi racconta la giovanissima fotografa Martina Dall’Oglio.

«Come hai fatto a creare questo effetto?» domando.

«Niente! C’era una fonte luminosa che entrava nella stanza e, all’improvviso, se ne è aggiunta un’altra creata da un raggio di sole che, riverberando in uno specchio, è diventato un secondo faro. I due fasci, incontrando il bicchiere, hanno prodotto le due ombre».

L’entusiasmo di Martina è contagioso. Continua: «Quel che mi ha colpito non è tanto lo scatto, che comunque adoro, ma l’appuntamento con quell’istante venuto a ricordarmi che la separazione è solo un’illusione perché, in realtà, il due fa sempre uno». 

Le parole della ragazza mi si attorcigliano addosso, il mio sguardo resta fisso sull’immagine: vedo un calice, poi due, poi tre, ma il bicchiere resta sempre uno.

Mentre divago mentalmente sul tipo di vino che contiene, mi interrogo sul perché sia difficile percepirci come parti di un’unica Fonte; i nostri sensi vedono sì corpi e oggetti separati, ma come possono non captare anche la scintilla d’origine che tutti ci collega?

In seconda battuta mi chiedo come sia possibile gestire questa connessione senza farci male, ed è lì che mi viene in mente il libretto di istruzioni che la vita ci ha fornito da tempo immemore: La Regola d’Oro o Aurea Regola.

Si tratta dell’etica della reciprocità che tutte le principali religioni e culture del mondo declamano e che vediamo ben rappresentata, all’entrata del Palazzo di Vetro di New York, nel mosaico che raffigura una variopinta umanità attraversata dalle parole della Regola: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”.

Ritroviamo questo prezioso libretto d’uso dell’essere stampato nel Vangelo di Matteo 7,12: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”, nell’induismo (Mahabharata, 5,15,17): “Questa è la somma del dovere: non fare agli altri ciò che ti causa dolore se fatto a te”,

nell’islam (Profeta Muhammed 13° dei 40 Hadiths Nawawi): “Nessuno di voi è un credente finché non ama suo fratello come ama se stesso”, nell’ebraismo (31° Sabbat, Talmud Babilonese): “Ciò che per te è odioso non farlo al tuo compagno. Questa è l’intera Legge”,

nel taoismo (Lao-Tzu's T'ai-Shang Kan-Ying P'ien 213-218): “Rispetta la vincita del tuo prossimo come se fosse la tua, e la sconfitta del tuo prossimo come se fosse la tua”, nel buddismo (The Buddha, Uadanavarga 5,18): “Non ferire gli altri in maniera che tu non debba ritrovarti ferito”… e così via.

Se prima di usare un qualsiasi elettrodomestico ne leggiamo le istruzioni, perché prima di debuttare nel nuovo giorno con pensieri e azioni che, essendo noi tutti uniti, si ripercuotono nel bene e nel male sul mondo circostante, non consultiamo La Regola d’Oro, cioè il manuale della vita? In poco tempo il mondo cambierebbe. 

Da dove iniziare?

Magari da un brindisi a tutti i cuori consapevolmente connessi alla Coscienza, e a tutte le menti intrappolate negli scintillii illusori del mondo, due manifestazioni della dualità che se vista, accolta e amata così com’è, ci conduce, tutti, all’Uno che già Siamo.

Cin Cin!

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#19febbraio2022
#GiornaleDiBrescia


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