ACCORGERSI CHE ESISTONO ANCHE GLI ALTRI 

Fu una mail proveniente da San Martino di Castrozza a cambiare radicalmente l’esistenza di Franco perché lui, quel giorno, si accorse che esistevano gli altri.

Erano anni che l’imprenditore trascorreva le vacanze in quel comprensorio affittando, in estate e in inverno, una villa spettacolare con il bosco alle spalle e la facciata di vetro alta 6 metri che si affacciava sulla barriera corallina delle Dolomiti, testimoni silenti d’immobile magnificenza.

Nella quiete assoluta di quell’oasi, Franco, titolare di una grande azienda, recuperava le energie immergendosi in agosto nella piscina laghetto e godendosi, in dicembre, l’atmosfera soffusa del caminetto al tramonto, quando le Pale si tingevano di rosa e sembravano sentinelle granitiche di rocciose certezze, e insondabili abissi. 

Aprì la posta elettronica in quella che sembrava una qualsiasi mattina di giugno e, nel vedere la mail del padrone della villa, gli sembrò di respirare aria di montagna. Rilassato lesse:

«Caro Franco, ti scrivo per comunicarti una novità:

quest’anno la mia situazione economica è cambiata e non ho bisogno dei soldi dell’affitto della casa di San Martino. Ti chiedo, pertanto, di non inviare a me i 24.000 euro del saldo, ma di donarli in assoluto anonimato a chi vuoi tu, possibilmente prima del tuo arrivo qui.

Conosco tanto la tua rettitudine morale, quanto le resistenze che queste mie parole ti stanno attivando e, ti prego, non dire niente, ma semplicemente agisci come da mia richiesta.

Non ne parleremo nemmeno quando ti consegnerò le chiavi della villa, perché i doni più belli vivono nel nostro cuore e non vanno imbrattati di pensieri e nemmeno di parole. Discorso chiuso. Sai che quando decido, decido».

Franco restò immobile davanti al computer mentre lacrime salate di stupore gli bagnavano il viso. La segretaria entrò. Lui non se ne accorse e la ragazza, in punta di tacchi, uscì. 

Da quel giorno la prospettiva dalla quale Franco guardava la vita cambiò, e l’imprenditore assunse l’atteggiamento di un segugio che, ovunque andasse, allungava le antenne per carpire i bisogni altrui.

I suoi orizzonti si dilatarono e invece che osservare la realtà per partorire nuovi business, prese a scrutarla con la diversa attenzione di chi ha messo il benessere del prossimo al primo posto.

Il fatto poi di agire dietro le quinte, non mutò i comportamenti altrui nei suoi confronti e Franco notò come l’assenza di ringraziamenti, lo facesse sentire profondamente bene.

Regalare in modo oculato la somma pattuita fu un’operazione complicata, ma di grande soddisfazione, e l’accorgersi che non esistevano solo i suoi progetti, la sua famiglia, i suoi amici, ma una moltitudine di sguardi sconosciuti che incrociavano ogni giorno il suo, innescò una miccia che saettò luminosa lungo un invisibile filo riscaldando, nel passare, i tanti cuori che le disillusioni della vita avevano ibernato.

A missione ultimata, Franco si ritrovò in vacanza a San Martino, immerso in una pace interiore mai conosciuta prima.

Seduto ai piedi delle rovine di un castello aggrappato ad uno sperone roccioso, l’uomo contemplava in silenzio il cielo attraverso gli squarci aperti sull’immensità. Lui, adesso, si sentiva così: una finestra vuota e spalancata, straripante d’amore.


 

#16ottobre2021
#GiornaleDiBrescia


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