QUELLA PORTA CHE SE APRI NON RICHIUDI PIÙ

«Ricordo ancora il suo nome, Nicole - racconta Sean - Stavo facendo un anno di università all’estero e nel mio team c’era una ragazza molto attraente di 21 anni dagli occhi grandi e rotondi».

Come sempre succede in queste circostanze, terminato il lavoro di gruppo, Sean e colleghi scambiavano quattro chiacchiere avendo così modo di conoscersi meglio.

In seguito, continua Sean «Nicole cominciò a sedersi sempre al mio fianco e, anche se cambiavo posto, lei mi raggiungeva. A quanto pare la mia fede al dito non la condizionava affatto».

Ogni volta che Nicole si avvicinava a Sean, lui provava una sensazione mista di dolore e piacere insieme, ma se da un lato l’uomo sentiva la sua coscienza mettersi in allerta, dall’altro «parlare con lei mi appagava - ammette - Nicole aveva un bel modo di fare, era interessante e dannatamente attraente. 

D’altronde non sono un santo e l’essere sposato non ti trasforma d’emblée in un fedele robot.

Un giorno, mentre stavamo uscendo dall’aula, Nicole si toccò i capelli e, facendomi l’occhiolino, disse con voce suadente: "Pensi di potermi dare un passaggio a casa?". Mi fermai di colpo. Il cuore mi batteva all’impazzata».

Quel fresco bocconcino di donna mandò in tilt Sean che, all’istante, vide nella sua mente una porta aprirsi, se stesso attraversarla e il film a luci rosse dei loro corpi avvinghiati.

Fu un flash fatto del momento grandioso che lo aspettava e, subito dopo, della consapevolezza che sarebbe stato un momento. Un solo momento.

«Dolorosamente - riferisce - rifiutai l’invito balbettando qualcosa tipo: “Ho un impegno tra un quarto d’ora e non posso ritardare».

Sean utilizzò l’avverbio "dolorosamente" per onestà verso se stesso, perché quella risposta gli costò uno sforzo titanico.

Conclude: «Quando ero sposato, sono stato sempre fedele a mia moglie e dire che non ci sono stati momenti come questo sarebbe una menzogna ma sapevo, avendo conosciuto uomini che avevano varcato quella soglia, cosa succede dopo e non è bello, perché non c'è più modo di tornare indietro;

continuerai ad aprire altre porte che, alla resa dei conti, ti porteranno in un luogo buio nel quale le cose che non possono essere disfatte avranno cancellato tutto ciò che di buono c'era nella tua vita».

Sean Kernan, in questa storia da lui stesso raccontata sui social, dedica le ultime considerazioni all’importanza del “pagare credito all’amore” e del rispettare il proprio coniuge.

«In queste situazioni - afferma - è necessario utilizzare la testa e pensare vividamente alle conseguenze di quel momento che ti appresti a vivere, o quelle conseguenze diventeranno la tua realtà, una realtà in cui tutto quello che hai costruito può sparire più velocemente di quanto tu possa immaginare».

Se Sean fosse qui davanti a me mi verrebbe da dire, come Maryl Streep in una delle ultime scene del film “È complicato”: “Però! Allora è così che parlano gli Uomini” e non per giudicare coloro che si comportano diversamente, ma per ammirare l’adultità di chi, fedele agli altri perché fedele a se stesso, non indossa mai maschere perché sempre sceglie la libertà. La libertà di essere vero.

  

  
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