IL SENSO DI POLLICINO PER LE BRICIOLE

Anche se non studiamo Psicosintesi, dovremmo farlo anche noi, ogni anno, l’esame di crescita personale per verificare a che punto siamo della nostra evoluzione.

Da piccoli ci hanno controllati per vedere se aumentavamo di peso e altezza, in seguito gli insegnanti hanno verificato la nostra preparazione per promuoverci o meno alla classe successiva ma, per ciò che non era fisico o mentale, siamo stati per lo più lasciati liberi di monitorarci in autonomia. 

Ce l’abbiamo fatta? Ho qualche dubbio.

Sarebbe stato più facile se, a scuola o a casa, ci avessero abituati a interpretare, con il nostro sentire, i fatti quotidiani e a tenere un diario di crescita interiore sul quale annotare le lezioni di vita apprese da esporre in classe o in famiglia a fine anno. 

Valentina, che frequenta l’Istituto Internazionale di Psicosintesi Educativa di Verona, quest’anno ha intitolato il suo esame di crescita personale: “Il senso di Pollicino per le briciole”. 

Lo scritto inizia raccontando di un periodo nel quale “(…) credevo di essermi persa in un sonno poco evolutivo dal quale difficilmente mi sarei riuscita a risvegliare (…) il controllo appariva essere la miglior forma di sopravvivenza per quel bisogno di amore e sicurezza negato in infanzia.

Incapace ormai di cambiare atteggiamento verso la vita, assecondavo quel bisogno con sempre più struttura e rigidità mentale e la sofferenza, piuttosto che attenuarsi, aumentava”.

Furono “anni di disorientamento alla ricerca di strumenti per poter affrontare quel dolore, per poi finalmente intravedere, laggiù lontano nel bosco, una strettoia che portava a un bivio (…) che,

in basso a destra, conduceva a fare della materia l'ultima ragion di vita di una mente ormai rigida e cristallizzata e che, in alto a sinistra, portava a scegliere di dare espansione allo spirito, ricontattando le proprie qualità interiori, aderendo alla propria natura e alla chiamata del Sé”. 

Nel suo bellissimo testo Valentina ricorre alla metafora di Pollicino perché diventare consapevoli, briciola dopo briciola, delle nostre risorse è fondamentale per far fronte alle avversità della vita. 

“Sembra che le cose accadano com'è intrinsecamente giusto per esse, divenendo ciò che sono destinate ad essere - scrive Valentina citando P. Ferrucci - Aristotele definisce la conclusione di questo processo entelechia, ovvero la realizzazione piena e perfetta di tutto ciò che precedentemente esisteva solo a livello potenziale evidenziando armonia e intelligenza sottesa”.

Tenere il diario, adesso che abbiamo a disposizione l’intelligenza artificiale con la quale possiamo fare meraviglie o disastri se siamo scollegati dallo spirito, potrebbe aiutarci ad essere Esseri centrati nel cuore. 

L’alternativa è invecchiare in balia di mente e istinto, senza evoluzione della specie, come aquile che, dimentiche del loro essere nate per librare verso il sole, ingrassano a terra calpestando escrementi e regalità .

Lo vediamo il bivio quotidiano di cui parla Valentina che “In basso a destra” ci porta a sperimentarci come corpo da macello e “in alto a sinistra” a essere cuore con un tempio intorno? 

Chi siamo noi? La strada scelta contiene la risposta.

 

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