COZZE O AQUILE? TUTTA QUESTIONE DI SCELTE

Non si era iscritta all’università di Torino per prepararsi ad una professione, Ilona. La ragazza dai lunghi capelli scuri aveva un’idea che le avrebbe garantito un’ottima resa economica con il minimo sforzo cerebrale.

Il fatto, poi, che negli anni ’80 non esistessero i test, facilitava l’accesso agli atenei anche ai giovani animati da scopi tattici più che culturali. Ilona, nello specifico, si era iscritta all’università di Torino con l’unico obiettivo di sposare un farmacista mettendo a frutto i propri talenti quali impegno, perseveranza e un décolleté di tutto rispetto.

Inserita abilmente nel tessuto studentesco, superò gli esami di Fitoterapia e di Anatomia per i quali era richiesta memoria e non ragionamento; alle 500 pagine di Chimica generale non arrivò mai, ma furono proprio quelle le più importanti allorché, per l’occasione, propose a Mirco di studiare a casa sua dove, nel pomeriggio, sarebbero stati indisturbati.

«Proviamoci - disse Ilona appoggiando a mo’ di cozza la mano sulla spalla del compagno con un sorriso ammiccante e un’esperta scollatura - se poi non rendiamo, torniamo in biblioteca». Al farmacista in erba l’idea sembrò buona e le sessioni di studio ebbero inizio. 

La ragazza, sulle prime, si comportò in modo impeccabile e solo progressivamente mise in campo innocenti e via via sempre più ardite tecniche di seduzione che, abbinate a un abbigliamento informalmente succinto, videro in breve il soggiorno, con il tavolo disseminato di appunti, trasformarsi in un’alcova.

Il risultato fu che Mirco non solo non diede l’esame di chimica, ma perse l’intera sessione invernale e anche quella estiva.

Fu a quel punto che, senza preavviso alcuno, il padre lo trasferì alla Federico II di Napoli dove, prigioniero della severissima zia, avrebbe dovuto recuperare il tempo perduto.

In un guizzo di incoscienza ormonale, Mirco confidò a Ilona di voler rinunciare all’attività di famiglia pur di stare con lei ma la ragazza dal naso sempre più lungo rispose: «Amore mio, non è questo il tuo vero bene. Diventa farmacista. Io ti aspetterò». 

Mirco partì per Napoli, ultimò gli studi e tornò in Piemonte qualche anno dopo con la laurea in una mano e la fidanzata partenopea nell’altra. Ilona, smaltita la rabbia, si dedicò anima e corpo (più corpo che anima) alla ricerca di un nuovo farmacista.

Il finale? Tra colpi di fulmine e amori a prima (arri)vista, la vita della ragazza non profumò mai di fiori d’arancio, ma la corsa verso il bastone alato del Caduceo continuò ostinata.

Alla fine, convinta di poter sedurre qualcuno là fuori nel mondo, si bruciò mancando l’unica conquista possibile, la libertà, per ottenere la quale avrebbe dovuto scoprire chi lei era veramente dentro, attingendo al proprio potenziale, l’unico in grado di trasmutarla da cozze che si aggrappa, in aquila che vola verso il sole. Senza accecarsi. 

E noi?

La primavera che sboccia ovunque ci mostra quanto belli siamo così come siamo e, prima di essere una stagione, è una condizione interiore preziosa per auto-osservarci: ci comportiamo da aquile che librano nei cieli infiniti o da cozze chiuse abbarbicate a qualcosa?

Lo chef ricorda che, se non si aprono, le cozze non sono buone.

 

 

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