LA FATICA DI GODERE DI CIO' CHE SI HA

La Gilda di soldi non ne ha mai sprecati e non solo perché guadagnarli costa fatica, ma anche perché vanno accantonati per la vecchiaia quando la salute zoppicherà e «ci sarà anche - dice - da pagare il funerale».

Ha da 60 anni nel cassettone del soggiorno di rappresentanza, il servizio di piatti che le hanno regalato quando si è sposata con Piero: «Un servizio da 12» afferma compiaciuta mentre spolvera la mercanzia intonsa a fiori rossi e blu.

«Perché non lo usi?» chiedo.

«È troppo bello - esclama d’impeto - non voglio rischiare di rompere qualcosa». 

Nello stesso mobile c’è una tovaglia di lino ricamata a mano ricevuta in dote da sua nonna; giace avvolta in fogli di carta di riso all’interno di una scatola bianca. Mai mani di donna l’hanno fatta volare lungo i fianchi di una tavola imbandita, mai gocce di uno sfrontato calice di rosso l’hanno baciata.

Nella vetrinetta si ergono fieri i fluite di cristallo che da 12 lustri la Gilda spolvera con costante dedizione e che mai hanno provato l’ebbrezza di un allegro brindisi. 

60 anni di pranzi e cene consumati su piatti anonimi e tovaglie stinte passano in un lampo e adesso che Gilda e Piero portano magnificamente gli acciacchi dei loro 80 anni, festeggiano le nozze di diamante concedendosi un regalo d’eccezione: una nuova doccia. Detto fatto l’investimento viene approvato dal tesoriere (la Gilda). 

«Non capisco perché cambiarla, la vasca, che va ancor benissimo» aveva commentato con il preventivo in mano da 5000 € Piero che, nonostante rappresentasse il 50% della coppia, era in netta minoranza.

E quando l’uomo aveva rimarcato che da basso, nel locale caldaia, loro una piccola doccia già ce l’avevano, Gilda aveva affermato perentoria: «Vuoi mettere la comodità di non dover scavalcare il bordo della vasca?» e la doccia di nuova generazione, con tanto di seggiolino, spruzzi laterali, getti regolabili e tappetino antiscivolo, era approdata fiammante nel loro bagno. 

Da quel giorno sono passate 5 estati e questa settimana la coppia ha festeggiato 85 anni di età anagrafica, 65 di matrimonio e 5 del nuovo sanitario che, con il cristallo sfavillante e il seggiolino immacolato, viene mostrato a chiunque transiti da quella casa. L’anziana lo spolvera ogni mattina e non l’ha mai usato per non sporcarlo.

«Dopo tutto - ammette - Piero aveva ragione: la doccia giù da basso si può usare benissimo perché anche se si allaga la stanza, c’è la piletta che porta via l’acqua».

Perché, mi chiedo, talvolta facciamo così fatica a volerci bene e a godere di ciò che abbiamo?

È come se non meritassimo di essere felici, come se fossimo inseguiti dai sensi di colpa, come se gli altri godessero del diritto di precedenza e noi restassimo fermi allo stop in attesa di essere smossi dal clacson “Amati!” che ci risvegli al nostro Essere degni di tutto l’Amore che c’è. 

Ogni volta che temiamo di essere egoisti, ricordiamoci che se non riusciremo a prenderci cura di noi, non potremo nemmeno voler bene gli altri.

Mentre stiamo scivolando verso la fine dell’anno, facciamoci una carezza e godiamo del tenero tocco, perché non è mai troppo tardi per scegliere di amarci. Amarci davvero.

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#3dicembre2022
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