LA LEZIONE DELL'ANATRA 

Ho incontrato un’anatra che mi ha spiegato la vita.

Era un germano dal collo verde smeraldo, il becco giallo e le ali screziate sulle tonalità del marrone. L’anatra si trovava all’interno di un cancello confinante con la spiaggia e quando il mio cane, passandole davanti, l’ha vista, lei ha iniziato ad agitarsi nonostante non avesse di che temere trovandosi al sicuro all’interno della recinzione.

Il mio pastore tedesco, che non vuole azzannare ma solo rincorrere, balzava avanti e indietro con l’intento di far volare l’anatra verso il lago e galoppare al di sotto della traiettoria alata.

Il germano, al di là della rete, ha iniziato a preoccuparsi e a zampettare muovendosi a zig zag, il cane a saltare, il germano a starnazzare nonostante, lo ripeto, fosse già al sicuro nella proprietà che lo ospitava.

Poi è successo l’imprevedibile: la bestiola in panico, invece che volare, si è diretta verso la recinzione riuscendo, strisciando, ad infilarsi sotto il cancello proprio dove il cane la stava aspettando.

Il pastore tedesco si è quindi trovato a sorpresa il pennuto fra le zampe, ma non ha fatto nulla perché l’anitra camminava appena e lui ama la corsa. La poveretta, con il cuore a mille, si è diretta svelta verso l’acqua, mentre il cane mi guardava immobile e sorpreso per quel finale inaspettato.

Mi spiace che il germano se la sia vista brutta e che non abbia spiccato il volo, ma quel che è successo è stata una lezione di vita: l’anatra ha fatto un gran cancan e, a causa della propria ansia, ha agito d’impulso buttandosi volontariamente fra le zampe del cane, rischiando la morte.

Lo stesso accade a noi che siamo già al sicuro fra le braccia della Vita (o come desideriamo chiamarla, Padre, Dio, Amore…) ma che, quando ce ne dimentichiamo, ci agitiamo e facciamo le sciocchezze più assurde, come buttarci nelle fauci dello spaventatore e, sia che esso sia una persona o una situazione, ci roviniamo con le nostre stesse mani o zampe.

È una slavina inevitabile, dove c’è paura non c’è Fede-Fiducia-Amore e possiamo solo finire fra le grinfie di chi o cosa ci tiene in scacco con l’arma del terrore. Ma la tranquillità di essere fra le braccia dell’amore, “figli dell’immensità”, come cantava Lucio Battisti, è il dono e lo strumento più potente che ci sia e l’abbiamo tutti come diritto di nascita.

Noi siamo già al sicuro. E doveva venire un’anatra a dircelo?

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31 ottobre 2020
#GiornaleDiBrescia

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